La sessualità ai tempi della pandemia…

Ad oggi non sono ancora disponibili dati specifici sull’impatto che l’emergenza sanitaria sta esercitando sulla vita, anche sessuale, delle persone, poiché è ancora tutto in divenire e per effettuare delle ricerche scientificamente valide è necessario tempo.

Tuttavia, si possono sviluppare delle ipotesi, basandosi sulle conoscenze di cui già disponiamo.

Se è un fatto che il benessere psico-fisico sia un prerequisito fondamentale per viversi bene la sessualità, è abbastanza immediato supporre che la situazione in cui ci troviamo a vivere da mesi e che stiamo gradualmente cercando di affrontare, di certo non può aver giovato alla sfera sessuale. Se è vero che, soprattutto durante la quarantena, si ha avuto più tempo a disposizione, cosa che farebbe pensare anche ad una maggiore opportunità per viversi momenti di intimità sessuale, c’è da dire che la risorsa “tempo”, da sola, potrebbe non essere stata sufficiente.

Se, come è lecito supporre, l’emergenza in corso ha scatenato vissuti di profonda angoscia e preoccupazione, sia per chi si è trovato direttamente a contatto con la malattia ma anche per chi non ne ha avuto esperienza personale, non possiamo pensare che in un clima ansiogeno, la sessualità possa funzionare “normalmente”. L’ansia è per antonomasia una delle più grandi antagoniste al benessere sessuale poiché innesca in noi una serie di risposte fisiologiche ed emotive che non consentono di “lasciarci andare”, condizione determinante per poter sperimentare un’intimità spontanea e appagante.

È molto importante tenere in considerazione questo aspetto perché potrebbe accadere che, nell’ambito di una convivenza, la coppia possa aver avuto un calo della frequenza dei rapporti, cosa che da uno o entrambi i partner potrebbe essere letta come mancanza di interesse o come calo di attrazione sessuale. In realtà è probabile che un’eventuale diminuzione dei rapporti possa dipendere da una riduzione del desiderio sessuale dovuta proprio ai timori legati alla situazione in corso (paura per il proprio stato di salute e per quello dei propri cari, senso di incertezza sul futuro lavorativo e societario, vissuti di apatia conseguenti all’isolamento sociale, ecc). L’influenza sulla sessualità per tali preoccupazioni può determinarsi anche indirettamente: ad esempio i pensieri negativi possono impattare sulla qualità del sonno (chissà quanto spesso vi è capitato ultimamente di leggere che questa emergenza sanitaria ha favorito l’insorgere di problemi di insonnia!), cosa che può giocare un ruolo importante in merito all’intensità del desiderio sessuale, che tende fisiologicamente a diminuire proprio se una persona dorme male e poco.

Inoltre, se consideriamo le coppie stabili, non è da escludere che il periodo di isolamento possa aver amplificato problematiche pregresse, innescando un allontanamento tra i partner con conseguente compromissione dei rapporti sessuali. Ad esempio due conviventi molto conflittuali potrebbero essersi trovati in situazioni molto pressanti, in cui espedienti che risultano funzionali in periodi “normali” (ad esempio andare a fare un giro per stemperare la tensione) possono non essere stati applicabili durante la quarantena.

Quelli citati sono solo alcuni esempi e come tali vanno considerati: pertanto vogliono più che altro fungere da spunto di riflessione per coloro che si sono trovati a confrontarsi con un “peggioramento” dell’andamento dell’intimità relazionale e sessale di coppia, con un invito a considerare che la pandemia, essendo stato un evento su scala globale, che ha messo a dura prova le nostre certezze quotidiane, può aver avuto di certo impatto sulle relazioni sentimentali, amplificandone moltissimo quegli aspetti che già in passato potevano essere motivo di scontro. Pertanto…è importante darsi tempo! Vedere cosa succede man mano che si ritorna alla propria quotidianità, senza dare per scontato che la coppia sia in crisi o senza prendere decisioni importanti subito.

Dr.ssa Valentina Francesca Minniti
Psicologa Sessuologa Clinica ad Alba